In una nota il portavoce di "Giornalisti per la Professione", componente sindacale della Fnsi, Massimo Calenda, dichiara:
"Il disegno di legge che dovrebbe regolare le intercettazioni non è approdato neanche alle Camere che già le Cassandre dell'informazioni si preparano a gridare al complotto contro la libertà di stampa e all'attentato alla libertà di informazioni.
Come Giornalisti per la Professione, non vorremmo che la Fnsi ci chiamasse ad uno sciopero per dimostrare la sua esistenza in vita, senza aver prima valutato nel merito del problema. Sulla vicenda, infatti, riteniamo che come categoria dobbiamo fare una chiara autocritica.
Abbiamo visto, nei mesi passati, la pubblicazioni di interi capitoli di intercettazioni dove era evidente il tentativo da parte delle Procure che "cedevano" i file, di condizionare la pubblica opinione. E i giornali, di ogni colore, si sono buttati a capofitto, senza nessun vaglio, su questo filone cercando in questo modo di vendere qualche copia in più. Con il risultato di far male alle indagini e di distruggere, a volte, vite e carriere, di indagati poi risultati completamente innocenti.
Non è a questo modello di giornalismo che ci piace. L'abuso, da Tangentopoli in poi, di questi strumenti deve farci riflettere. In pericolo è l'informazione che rischia ogni giorno di più di essere megafono occulto di strategie volte a delegittimare il “nemico” di turno. L'avversario politico, od economico, o semplicemente il potente. Dobbiamo avere la capacità per primi di dire basta e di chiedere, pur nel rispetto del diritto di cronaca, che questo stillicidio di notizie propalate ad arte abbia una regolamentazione di legge. Con la buona pace degli aspiranti valletti delle Procure".-