venerdì 13 giugno 2008

A PROPOSITO DI INTERCETTAZIONI

In una nota il portavoce di "Giornalisti per la Professione", componente sindacale della Fnsi, Massimo Calenda, dichiara:
"Il disegno di legge che dovrebbe regolare le intercettazioni non è approdato neanche alle Camere che già le Cassandre dell'informazioni si preparano a gridare al complotto contro la libertà di stampa e all'attentato alla libertà di informazioni.
Come Giornalisti per la Professione, non vorremmo che la Fnsi ci chiamasse ad uno sciopero per dimostrare la sua esistenza in vita, senza aver prima valutato nel merito del problema. Sulla vicenda, infatti, riteniamo che come categoria dobbiamo fare una chiara autocritica.
Abbiamo visto, nei mesi passati, la pubblicazioni di interi capitoli di intercettazioni dove era evidente il tentativo da parte delle Procure che "cedevano" i file, di condizionare la pubblica opinione. E i giornali, di ogni colore, si sono buttati a capofitto, senza nessun vaglio, su questo filone cercando in questo modo di vendere qualche copia in più. Con il risultato di far male alle indagini e di distruggere, a volte, vite e carriere, di indagati poi risultati completamente innocenti.
Non è a questo modello di giornalismo che ci piace. L'abuso, da Tangentopoli in poi, di questi strumenti deve farci riflettere. In pericolo è l'informazione che rischia ogni giorno di più di essere megafono occulto di strategie volte a delegittimare il “nemico” di turno. L'avversario politico, od economico, o semplicemente il potente. Dobbiamo avere la capacità per primi di dire basta e di chiedere, pur nel rispetto del diritto di cronaca, che questo stillicidio di notizie propalate ad arte abbia una regolamentazione di legge. Con la buona pace degli aspiranti valletti delle Procure
".-

4 commenti:

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Ciao complimenti per il tuo blog molto interessante, mi farebbe piacere avere un tuo commento
sull’ultimo mio post “Può una strategia elettorale ben studiata fare cambiare le sorti e rovesciare i
pronostici? Ho inserito anche un sondaggio. Buon inizio settimana da Tiziano

monirec ha detto...

Sinceramente quest'ultima m'era sfuggita. Accidenti. Certo, quando uno lavora al desk in una situazione da miniera, è difficile avere il tempo di andar sbirciando per siti. L'ora di post e la data confermano il mio assunto.
E veniamo al dunque.
1) In una nota il portavoce di "Giornalisti per la Professione", componente sindacale della Fnsi, Massimo Calenda, dichiara....
Scusa, ma chi ti ha fatto portavoce. DICHIARO PUBBLICAMENTE CHE TU NON SEI IL MIO PORTAVOCE, TANTOPIU' QUANDO NON TI CONSULTI CON GLI APPARTENENTI ALLA COMPONENTE SINDACALE MA SOPRATTUTTO QUANDO FARNETICHI, QUI E ALTROVE (LEGGI IL BARBIEREDELLA SERA) SU UN TEMA TANTO DELICATO QUALE LA MINACCIA ALLA LIBERTA' DI STAMPA.

2) Il disegno di legge che dovrebbe regolare le intercettazioni non è approdato neanche alle Camere che già le Cassandre dell'informazioni si preparano a gridare al complotto contro la libertà di stampa e all'attentato alla libertà di informazioni.
Come Giornalisti per la Professione, non vorremmo che la Fnsi ci chiamasse ad uno sciopero per dimostrare la sua esistenza in vita, senza aver prima valutato nel merito del problema. Sulla vicenda, infatti, riteniamo che come categoria dobbiamo fare una chiara autocritica.
Ma quali cassandre. Ma tu il disegno di legge lo hai letto? Sai che sono previste le manette per i cronisti? Addirittura fino a tre anni? E sai che è prevista anche la sospensione dall'Ordine per 30 giorni? No, caro mio, non lo hai letto, altrimenti non sparleresti. Anche perché il ddl in questione contiene paradossi, errori giuridici, quali appunto la sospensione disciplinare (cosa che per legge deve fare l'Ordine dei giornalisti). Come si vede che non hai mai fatto giudiziaria o nera. Nei soffici salotti della politica le notizie vengono sussurrate all'orecchio del .... (mi manca il termine) di turno et voilà eccole pubblicate; ops, pardon, messe in onda.

3) Abbiamo visto, nei mesi passati, la pubblicazioni di interi capitoli di intercettazioni dove era evidente il tentativo da parte delle Procure che "cedevano" i file, di condizionare la pubblica opinione. Le intercettazioni, come tutte le carte processuali, non vengono date dai pm, né prima e tantomeno dopo il "mastellum". Chiedi a qualcuno che fa il cronista per davvero e ti saprà spiegare come escono le "carte" processuali, intercettazioni comprese.

4) E i giornali, di ogni colore, si sono buttati a capofitto, senza nessun vaglio, su questo filone cercando in questo modo di vendere qualche copia in più. Bastassero quattro inciuci per far vendere i giornali: fortunatamente i lettori non sono come i telespettatori...
Accanto ai giornali ci son state almeno sei trasmissioni televisive di approfondimento che hanno messo in onda intercettazioni, anche in casa Mediaset, per non dire della Rai. Perché non scandalizzarsi allora?

5) Non è a questo modello di giornalismo che ci piace. L'abuso, da Tangentopoli in poi, di questi strumenti deve farci riflettere. In pericolo è l'informazione che rischia ogni giorno di più di essere megafono occulto di strategie volte a delegittimare il “nemico” di turno. L'avversario politico, od economico, o semplicemente il potente (ho fatto il copia-incolla, errori compresi). Meno male, caro Calenda, che la tangentopoli l'abbiamo fatta carte alla mano, trascorrendo notti in strada, a inseguire le colonne di auto (la Rai e le altre erano comodamente scortate) che andavano a fare arresti (e noi cronisti di giornali cacciati senza guanti di velluto), oppure a far le sentinelle davanti alle questure o le caserme di carabinieri e guardia di finanza, per vedere nelle auto chi c'era; e non certo con "files" di intercettazioni passate sottobanco da qualche pm. Eppoi non mi pare di aver visto galantuomini esser messi alla gogna. Abbiamo visto miliardi nascosti nei cuscini dei divani di casa; qualcuno che per la vergogna s'è suicidato (ma il cadavere non l'abbiamo mai visto...); abbiamo scoperto il mix massoneria-politica-tangenti; quadri d'autore appesi alle pareti di ville e non certo a quelle di modeste ma dignitose abitazioni di cronisti. E quando dico cronisti penso ai tanti giovani che a Napoli, ma in particolare nell'area metropolitana, tentano di accedere a questa professione e fanno comunque questo lavoro senza le garanzie contrattuali che tu, come me, hai; e lo fanno con tanta professionalità, umiltà e dignità che tu nemmeno immagini, perché il giornalismo che a te piace è, evidentemente, quello che non fa consumare le suole delle scarpe: è quello del microfono acceso davanti a una bocca di qualcuno che in un politichese di terza generazione continua a prendere per il c..o il prossimo. Caro Calenda, prima di ergerti a difensore del «non nemico tuo di turno» (che nemmeno ne ha bisogno perché detiene il massimo potere tra le mani), faresti meglio a prendere contatti con la realtà.
Certo, con queste tue esternazioni, fai venir voglia di fuggire dalla componente... ma, disgraziatamente, il panorama è più che desertico
Cordialmente...
(muflone a Napoli è uno solo)

Anonimo ha detto...

Grande Muflone. Che dire... Hai ragione, Muflone a Napoli sei solo Tu. Con affetto. Max Calenda

Anonimo ha detto...

caro Max, vedo che, di fronte a tanta carne a cuocere, non hai altro da scegliere se non la frutta...
Come dire: tacere per ignorare...
unicuique suum