venerdì 21 maggio 2010

Appello di Vincenzo Di Micco, candidato al Consiglio Nazionale dell'Odg - Pubblicisti

Carissimi, Carissime,
siamo in attesa di una grande prova di rinnovo del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti, dei consiglieri nazionali e di altre cariche all’interno dell’Assostampa. Una vera è propria competizione elettorale si terrà domenica 23 maggio. Una tornata,questa,in cui molti giornalisti sono impegnati nella lotta per la difesa dell’informazione da alcuni anni deteriorata dall’imprenditoria senza scrupoli, dalla pubblicità, dal mercato senza confini, ma soprattutto dalla politica improvvisata, priva di valori morali e senso civico, che spesso s’infiltra nel nostro ambiente servendosi di giornalisti senza cervello, non veri, non uomini, ma manichini senza attributi, illusi dal facile e accattivante modello di guadagno, che perdono cosi la libertà di stampa, la capacità di opporsi al potere attraverso un Ordine trasversalmente compiacente. Che pena ragazzi…il mio cuore si è oscurato al punto di essermi svegliato e dire basta. Così, sono sceso in campo mettendoci la faccia:Sono candidato al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti a favore dei pubblicisti sfruttati, offesi, presi in giro da falsi ideali che mettono a repentaglio la passione per la scrittura proveniente dal cuore. Cari colleghi, carissime e dolci colleghe, mi rivolgo a voi a nome del “Movimento Giornalisti per la Professione” per chiedervi il consenso di poter operare serenamente e combattere le angherie che spesso ci tengono frenati, soffocati sotto una patina di finto perbenismo. La mia convinzione, inoltre, è quella che i pubblicisti, sempre fra la gente, a documentarsi con grande senso di responsabilità, prima di redigere la notizia, sono l’asse trainante di una macchina unica e sola, capace di alleviare i dolori all’informazione sempre in crisi. Le testate succhiano contributi dal governo, ma mai un soldo lo danno ai pubblicisti. Mentre nelle redazioni non mancano tra i professionisti, definiti tali non perché più bravi , ricordiamolo questo, ma soltanto perché assunti e ben inquadrati nell’organico a tempo pieno,che aspettano il solito fax per elaborare la notizia. Ma stiamo scherzando? la vogliamo smettere con queste pagliacciate?..... Se siamo in un epoca dove inizia a crescere la meritocrazia sui posti di lavoro, bene: E’ ora di dire basta. Questi sono alcuni degli aggravanti che vanno denunciati e resi pubblici, risanando cosi una piaga che brucia da decenni. Per poi passare a dire basta anche a quanto l’Ordine non fa nulla per farci stare bene. E cioè non cura la deontologia professionale del pubblicista, non espleta controlli rigorosi nei meccanismi di accesso all’albo per evitare iscrizioni “fasulle” ed impedire, quindi, una svalutazione del valore e del ruolo del giornalista vero, dell’uomo con le palle. Per non parlare della situazione economica del pubblicista: qui, necessita una battaglia per impedire situazioni di sfruttamento estremo. E non è tutto: necessitano i presupposti per rendere dignitosa la condizione in cui versa il precario, nei limiti di quanto previsto dalla normativa; in ultimo, ma soltanto al mio sfogo, rimane l’azione a sostegno dell'istituzione degli uffici stampa in tutti gli enti pubblici, in compiuta attuazione della legge 150/2000. Per favore, datemi la forza per andare avanti, che vinceremo. Io non vi deluderò, ve lo metto per iscritto.

Vincenzo Di Micco

1 commento:

Vixen ha detto...

Ciao, scusa il ritardo. Oggi è una giornata in cui vorrei ancora di più avere uno straccio di lavoro alternativo, perché dopo 5 anni di collaborazione il miostipendio, che stipendio non è....è da fame. A 33 anni non mi permette di essere indipendente. Eppure lavoro, lavoro, lavoro, ogni sirena è un allarme, ogni persona che mi fa una soffiata diventa un articolo, corri, telefona, vai...aspetta...senza un rimborso del telefono, della benzina...pagata a pezzo. Pagata si fa per dire. Il tariffario è ben diverso da quello indicato dall'Odg. Chiamate nel week end, chiamate di sera: vai, corri, telefona....avere a che fare con persone cafone che dovrebbero chiamare il sindaco o i carabinieri invece chiamano te.Inoltre ho subito delle aggrassioni e niente, neanche una email di solidarietà. Amo questo lavoro, che lavoro non è, perché altrimenti avrei un fisso, la mutua, le ferie, e la maternità...già, che a 33 anni mi sembra un miraggio.
Vai avanti, credici. Io ci credo.