venerdì 21 maggio 2010

Da ilmediano.it 21.05.2010 - Intervista a Daniela Spadaro - candidata al Consiglio Regionale Odg - Pubblicisti


Il 23 Maggio i giornalisti della Campania dovranno rinnovare il Consiglio regionale e quello quello nazionale. Luigi Pone, giornalista e direttore del quotidiano online ilmediano.it intervista Daniela Spadaro, del “Movimento Giornalisti per la professione”, candidata al Consiglio regionale dell'Ordine dei Giornalisti - elenco pubblicisti.


Domenica prossima (23 Maggio), i giornalisti della Campania votano per il rinnovo del Consiglio nazionale, di quello regionale e del Consiglio dei revisori. Le elezioni cadono in un momento particolare per i giornali e per chi vi lavora: la crisi dell’editoria e della carta stampata è una costante che tende al peggio mese dopo mese. Inutile dire che tra piani aziendali e ristrutturazioni organizzative chi ci sta lasciando le penne sono i giornalisti, sempre più disoccupati e con sempre meno opportunità.

Gestire questa fase, programmare interventi, motivare chi è nel vortice della precarietà, richiede non solo forza di coraggio ma anche –o soprattutto- la capacità di guardare la realtà in modo “laterale”, diverso, nuovo; perché tutto non è più come prima. La crisi, quando è forte, come quella che sta vivendo il settore in questo lungo periodo di magra, pretende rotture di vecchie prassi, e chi si candida ha il dovere di farsi precedere dal principio di responsabilità, per dimostrare di avere il fegato di pretendere sul serio il rispetto dei diritti dei lavoratori, degli “operai dell’informazione”, come sono stati definiti i giornalisti (professionisti e pubblicisti) da Daniela Spadaro, giornalista del Mattino, candidata per il “Movimento Giornalisti per la professione” nella Lista Pubblicisti per il rinnovo del Consiglio regionale dell’Ordine.

Daniela, nelle lettere con cui ti stai presentando ai colleghi, rivendichi con forza il lavoro, il ruolo, la fatica quotidiana di chi fa il giornalista. Impegni e stati d’animo che cozzano con chi è “pubblicista benestante”. Chi sono e dove stanno questi “pubblicisti benestanti”?

"Ho definito così chi vive di un altro lavoro. Chi fa l’avvocato, chi fa il medico, chi fa il magistrato e ha in tasca il tesserino perché ha scritto i pezzi necessari o, magari, a volte anche no. Ho definito così chi non fa il giornalista tutti i giorni. È verissimo che la definizione di giornalista pubblicista nasce per distinguere la categoria dai professionisti, ovvero chi fa soltanto questo mestiere. Ma su più di ottomila iscritti all’elenco dei pubblicisti in Campania, io potrei giurare che almeno un terzo fa solo il giornalista tutti i giorni. Sono gli “operai” dell’informazione o, come si sfogava in materia proprio ieri una mia cara amica e collega, gli extracomunitari dell’informazione. Coloro che il giornale lo “fanno” davvero. Coloro che, a distanza di oltre mezzo secolo dalla legge sulla stampa, non hanno ancora la giusta equiparazione in considerazione del fatto che “giornalista” si “fa” e non si “è”.

Vero è che, al contrario dell’Ordine, le Associazioni della Stampa, sensibili al problema, non fanno più distinzione tra “professionisti” e “pubblicisti”, ma tra “professionali” e “collaboratori”, utilizzando come spartiacque l’attività giornalistica svolta in modo non saltuario (“professionali”) o saltuario (“collaboratori”). Ma neanche questo basta. Così come non basta sapere che, dopo una tradizione radicata di esclusione dall’Inpgi, oggi i giornalisti pubblicisti hanno diritto di “cittadinanza” all’Inpgi con un riconoscimento previdenziale che li riscatta da un annoso pregiudizio".

Andiamo più sul pratico. Tutti si lamentano dell’eccessivo numero di iscritti all’Albo dei pubblicisti e del fatto che buona parte di costoro esercita poco o nulla. È evidente che l’ingolfamento degli elenchi fa perdere valore all’attività e indebolisce quanti lavorano sul serio. Cosa proponete, tu e il tuo movimento, per invertire la tendenza?

"Quanto al numero degli iscritti all’Albo, la maglia nera è indubbiamente della Campania. Ho avuto modo di constatare in queste settimane, ma ne ero comunque già certa, che nel novero degli iscritti ci sono centinaia di pubblicisti che hanno preso il tesserino chiedendo il “favore” a qualcuno. O magari, pagando. Ci sono pubblicisti che non esercitano più o che non l’hanno mai fatto. Ci sono pubblicisti diventati tali solo per far da bacino di voti ogni tre anni. Io credo che questo sia un danno e nessuno mi venga a dire che, comunque, il bollino che pagano ogni anno fa “cassa”. Perché la priorità è il valore, la dignità. Io credo, ma il Movimento Giornalisti per la Professione lo propone da tempo, che vada avviata una seria revisione dell’Albo. Un’azione ispettiva".

Tu scrivi prevalentemente per la carta stampata e, dunque, sei “parte in causa” rispetto alle scelte del tuo editore. Di recente, la FIEG ha proposto di tassare Internet per finanziare l’editoria in crisi. Eppure, la carta stampata può contare su finanziamenti statali abbastanza sostenuti. Un privilegio che alle testate ondine non è concesso, nonostante facciano informazione libera, indipendente e di sicuro innovativa, offrendo spazi e opportunità che la carta stampata non ha mai concesso. Se dovessi schierarti, come ti schiereresti?

"Chi fa il giornalista per una testata online, e lo fa sul serio, non va ghettizzato rispetto ad un collega della carta stampata. Io non devo schierarmi, sono già schierata. Dalla parte di chi lavora seriamente e, a tal proposito, una tassa su Internet farebbe ridere i polli".

Uno dei punti su cui intendi impegnarti è quello di impedire situazioni di sfruttamento e prevedere agevolazioni economiche per i precari. Spiegaci meglio

"Le proposte del Movimento Giornalisti per la Professione sono note: corsi di aggiornamento – gratuiti ed a cura dell’Ordine – per i giornalisti disoccupati o inoccupati. Una seria, costante, vigilanza sull’accesso alla professione. Impegno per l’applicazione della legge 150/2000. Agevolazioni per i giornalisti precari o disoccupati riguardo la quota annua di iscrizione all’Ordine, per la parte di competenza dell’Ordine regionale. A parte il nodo cruciale della 150, le altre proposte sono solo piccoli tasselli, è vero. Ma rispetto alla situazione in cui siamo, sono fondamentali. Inoltre, ritengo interessantissima la proposta che il Ministro Giorgia Meloni ha lanciato nella sede dell’Ordine Nazionale: un «bollino blu», una certificazione di qualità per quelle testate che rispettano il lavoro dei giornalisti. Un gruppo di parlamentari ha, in proposito, assunto l’impegno di mettere a punto una proposta di legge che ponga come condizione «sine qua non» per l’elargizione di contributi all’editoria, il rispetto del lavoro dei giornalisti".

Hai ancora un attimo di spazio per un ultimo appello al voto rivolto ai colleghi.

"Lo dico ai giornalisti, ai pubblicisti che i giornalisti sono sul serio: scegliete chi vi assomiglia. Ma se così non dovesse essere, io dovevo provarci. Per mille motivi: mai una donna ha rappresentato i pubblicisti in Campania e soprattutto mai lo ha fatto una precaria, come la maggior parte di voi. Il voto è e deve essere libero. Quindi, anche se deciderete di non votare per me, quando domenica 23 maggio andrete a votare (dalle 10 alle 18, Mostra d’Oltremare di Napoli, padiglione America Latina, ingresso da via Marconi), non consentite a nessuno di placcarvi, strattonarvi, blandirvi, convincervi, intimidirvi. Non siamo pecore. Siamo uomini, donne, persone, siamo GIORNALISTI. Quindi, votate per chi volete, scrivete il nome che credete anche se non sarà il mio, ma fatelo con libertà. E con dignità".

Chi è, giornalisticamente, Daniela Spadaro:
Tesserino dell’Ordine conseguito nel 2001, dopo due anni di collaborazione con l’allora settimanale, oggi quotidiano, Metropolis, e con Il Roma. Un anno dopo comincia con Il Mattino con il quale lavora ancora oggi. Nel frattempo, collabora per circa un anno con ilmediano.it, entra a far parte di una società editoriale e di comunicazione, Il Cittadino, ed è addetto stampa del Comune di Pollena Trocchia da novembre 2008 ad ottobre 2009. È vice presidente della commissione Pari Opportunità del Comune di Sant’Anastasia.



Autore: Luigi Pone

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