giovedì 11 ottobre 2007

IL NOSTRO PROGRAMMA

“Cambiamo il Sindacato insieme"

Da tanto, troppo tempo, nel nostro Paese si sente la mancanza di un quadro di riferimento sindacale.
In 12 anni i giornalisti italiani hanno chiuso con gli editori un solo rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Un vero record negativo che va addebitato per intero a chi, in questi anni, ha diretto il sindacato dei giornalisti italiani.
In primo luogo alla componente di “Autonomia e solidarietà”.
Certo le responsabilità maggiori le hanno gli editori, impegnati in una trattativa che vuole essere punitiva nei confronti dell’intera categoria, oltre che a minare il valore irrinunciabile del contratto nazionale di lavoro unico per i giornalisti.
Un’analisi seria, però, deve contemplare anche le responsabilità di chi fino ad ora ha svolto la trattativa per conto di tutti quanti noi.
Da tempo la dirigenza sindacale della Fnsi è impegnata a politicizzare il sindacato. A spostare il sindacato unico dei giornalisti su posizioni ben definite. Questo ha creato imbarazzo nella categoria e ha screditato il sindacato anche agli occhi dei colleghi.
Invece, cioè, di spendere tutte le energie in questa durissima vertenza, la segreteria nazionale della Fnsi ha inteso trascinare i giornalisti italiani a fianco di una delle due parti politiche, che adesso si disputano il governo del Paese.
Con il risultato che, a tutt’oggi, siamo ancora senza contratto.
C’è una logica in tutto questo? Riteniamo di no.
L’occasione del nuovo congresso della federazione deve riportare i giornalisti, con le loro esigenze, al centro della politica del sindacato.
Un sindacato che vede la disaffezione della categoria.
Il calo inesorabile degli iscritti la dice lunga sulla credibilità di questo gruppo dirigente.
Anche su questo occorre aprire una riflessione. Ora c’è bisogno di rimboccarsi le maniche e iniziare a lavorare per un nuovo futuro. Anche in Campania
Le recenti elezioni all’Associazione napoletana della Stampa, vinte complessivamente da un nuovo gruppo dirigente, non hanno dato, come pure doveva essere nelle previsioni, un impulso vero all’attività in difesa dei diritti dei giornalisti campani.
In particolare il nostro giudizio si basa su alcuni fatti che lasciano francamente perplessi.
La chiusura della trattativa di “il Napoli”, dove per la prima volta si sperimenta il tele lavoro giornalistico, ci lascia sconcertati. L’avallo di questa nuova forma di precariato, a fronte di un editore che non ha ancora fornito mezzi finanziari adeguati, un piano editoriale reale, avrebbe dovuto rendere cauta l’Associazione della stampa che, invece, ha firmato quest’accordo. Un errore. Il sindacato deve supportare i colleghi. Mettere in piedi strumenti di solidarietà attiva, che consentano di prendere decisioni senza l’incubo della disoccupazione. Troppe volte minacciata da editori che hanno scarsa dimestichezza con qualsiasi tipo d’impresa.
Vediamo con preoccupazione nascere nuovi quotidiani locali, a fronte di un mercato asfittico, che vede sempre più ridursi le copie vendute. Su questo manca una riflessione vera del sindacato nazionale e di quello napoletano.
La rappresentanza sindacale nei mezzi d’informazione è sempre più scarsa e ristretta.
Manca al sindacato napoletano una visione d’insieme a tutela degli occupati, e soprattutto dei disoccupati, che ormai assommano a quasi il 50% del totale degli iscritti all’Ordine.
Per questo abbiamo deciso di costruire insieme un percorso, umano, politico e sindacale che cambi il modo e i metodi di una classe dirigente occupata solo nel piccolo cabotaggio.
È ora di cambiare.
Di cambiare puntando ad una nuova leva sindacale che partendo dal basso soddisfi sul serio le necessità dei colleghi e si configuri come un “sindacato di servizio e al servizio”, degli iscritti, pubblicisti e professionisti.
Per questo abbiamo deciso di iniziare un percorso, partendo dal congresso della Fnsi, chiedendo l’impegno del voto ai colleghi, su di un progetto che contempli, tra gli altri, questi punti:
1. La creazione di un’anagrafe aggiornata dei disoccupati.
2. La creazione di una rete della solidarietà che fornisca in tempo reale le occasioni di lavoro negli enti pubblici e nell’editoria campana.
3. Un monitoraggio vero delle situazioni di precariato e lavoro nero nelle redazioni dei quotidiani e delle emittenti locali e radiofoniche della Campania.
4. La costruzione di un rapporto coretto con gli istituti di categoria Inpgi, Casagit, Inpgi due.
5. L’applicazione della legge 150 negli uffici pubblici.
Per questo, ma non solo, abbiamo deciso di intraprendere un percorso che porti ad una nostra presenza negli organismi statutari di categoria. Partendo dalla scadenza del congresso della Federazione.
Ciò che vogliamo imprimere, alla gestione del sindacato, è una svolta. Da troppi anni, ormai, le posizioni appaiono fossilizzate, immobili, ed incapaci di seguire le dinamiche della professione. Di una professione che evolve con un’impressionante velocità e che propone, di giorno in giorno, elementi nuovi da valutare e discutere.
E’ venuto il momento di tornare alla luce, di respirare davvero il vento del cambiamento e di offrire, a chi ne ha voglia, l’opportunità di partecipare attivamente alla rigenerazione di un sindacato che deve ritornare ad essere casa comune di tutti i giornalisti italiani.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente qualcosa si muove! Era ora! Rinasce la speranza di rinnovamento nella gestione sindacale della nostra categoria, con uomini e progetti nuovi. In gamba ragazzi, vi seguirò e sosterrò.
Michele

Anonimo ha detto...

questo "Napoli" che giornalaccio eh?